
Il progetto “In Con-tatto” (finanziato per l’80% dalla Regione Veneto con la DGR 493/2024 e con risorse del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali) è entrato nel vivo delle attività all’OPSA; come abbiamo anticipato in questa precedente news, 30 Ospiti del centro diurno San Raffaele (Casa Madre Teresa di Calcutta) sono attualmente impegnati in sessioni settimanali di movimento creativo, guidati dall’insegnante Lucia Perin, fondatrice della scuola di danza Scarpette Rosse di Rubano.
Movimento creativo, libertà ed espressione
L’esperienza del movimento creativo riconduce gli Ospiti ad una nuova percezione di sé e delle proprie possibilità espressive, attraverso l’uso del linguaggio della danza. L’attività si struttura con una scaletta precisa: una prima parte dedicata al risveglio muscolare (ginnastica dolce con sottofondo musicale) e poi un percorso dove corpo, voce, musica e spazio diventano il mezzo per scoprire e dare voce alle potenzialità espressive di ciascuno, nel rispetto delle proprie possibilità e della propria disponibilità a mettersi in gioco. Nella parte centrale della sessione i partecipanti si rilassano lavorando sulla respirazione e ascoltando la voce narrante dell’insegnante che li guida in una stimolazione sensoriale alla ricerca di suoni e piccoli movimenti. La parte finale è invece dedicata all’improvvisazione: ci si muove in libertà seguendo un tema comune, ciascuno a proprio ritmo e con la propria creatività.
La risposta dei partecipanti
L’appuntamento è molto atteso e gli Ospiti del centro diurno arrivano sempre puntuali nella sala comune al primo piano del Nucleo. Nel tempo i partecipanti hanno imparato a conoscere l’insegnante, che vedono ora come un punto di riferimento per curiosità o consigli, e soprattutto stanno cominciando a “lasciarsi andare”, ritrovando la spensieratezza e spesso costruendo per la prima volta un “momento di libertà” mai sperimentato prima. Non è infrequente infatti che nelle persone anziane attività come il ballo o la danza siano sempre state considerate come uno svago superfluo, in una vita dedicata in modo esclusivo alla famiglia e al lavoro. Per alcuni la danza era addirittura un tabù, perché linguaggio di un’espressività che non apparteneva all’educazione tradizionale. Scoprire in questa fase della vita che la danza è un mezzo per esprimersi, improvvisare e “lasciarsi andare” ha invece una valenza liberatoria ed è a tutti gli effetti un momento creativo dove si impara qualcosa di nuovo, da sperimentare anche a casa.




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