laProvvidenza

LA PROVVIDENZA – NOVEMBRE 2025

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EDITORIALE p. 3

Anche se ormai il merchandising di Halloween ha soppiantato le tradizionali ricorrenze, almeno su queste pagine è opportuno ricordare che il mese di novembre si apre con l’importante festività di Ognissanti e con la Commemorazione dei defunti. L’aver derubricato queste due “giornate cristiane” a uso e consumo dei “cattolici osservanti” è indicativo di come la società moderna cerchi di eludere ed esorcizzare il tema della morte e, prima ancora, della malattia che ad essa può condurre. Del resto, da una parte continuano i progressi nel campo della medicina, dell’assistenza e della cura delle malattie, dall’altra sono radicali i cambiamenti dei sistemi di aiuto familiari e di comunità, e della loro capacità di sostenere le persone più fragili. Più in generale, è indebolita la dimensione comunitaria del supporto reciproco, e non vanno trascurati i cambiamenti delle configurazioni familiari e le disparità socioeconomiche. Non è semplice affrontare l’esperienza della fine!

Un mese dopo la sua elezione, Papa Leone XIV, nell’udienza generale in piazza San Pietro, con riferimento all’Assemblea Nazionale di Parigi dove era appena stata votata la legge sul suicidio assistito, ha sottolineato che occorre «difendere la dignità intrinseca di ogni vita, anche nella sua ultima ora». Per affrontare e accompagnare situazioni difficili, magari lunghe e faticose, vanno percorse due strade: impegnarsi costantemente a formare i familiari, gli amici e le figure professionali (medici, infermieri, psicologi ecc.) al fine di essere realmente ed efficacemente a fianco della persona nel corso della malattia, per aiutare a viverla in maniera umana e dignitosa; individuare valori e responsabilità etiche per reinterpretare il ruolo e i limiti della medicina, evitando ogni forma di accanimento terapeutico e promuovendo le cure palliative per un reale accompagnamento al fine vita. Non è un caso allora se, dallo scorso aprile, la nostra Casa ha promosso un progetto formativo dal titolo “Sora nostra morte corporale” (ne abbiamo parlato anche nel numero di settembre de la Provvidenza) con l’obiettivo di approfondire con attenzione le linee sopra descritte: la sfida sta nell’affrontare il dolore globale e la sofferenza legati al fine vita, che coinvolge non solo la persona, ma anche tutto il contesto familiare e amicale. Bisogna promuovere un approccio multidisciplinare e concentrato sulla persona in sintonia con le indicazioni internazionali, con le linee guida delle leggi esistenti (le numero 38/2010 e 219/2017) e con la sapienza della tradizione cristiana, costellata da fulgidi esempi di cura, attenzione, accoglienza e prossimità ai più fragili, nella consapevolezza dell’incommensurabile valore di ogni istante della vita. Urge sviluppare le competenze necessarie per fare una pianificazione condivisa delle cure, specie in strutture residenziali, oggettivamente più organizzate per questo compito, favorendo un approccio basato sul chiaro rispetto della persona e delle sue volontà.Ma più di tutto è necessario che nessuno sia lasciato solo, forse con una maschera sul viso ma con la morte nel cuore!