LA PROVVIDENZA – LUGLIO/AGOSTO 2025

EDITORIALE p. 3
Proprio nel cuore dell’estate il 15 agosto, simbolo sommo delle ferie, propone una solennità religiosa, mariana in particolare, che tutti, ma proprio tutti, abbiamo in cuore: si festeggia l’Assunzione al Cielo, anima e corpo, della Beata Vergine Maria, al termine della sua vita terrena. Pur se recente dal punto di vista dogmatico, è una delle più antiche feste mariane (e resta “di precetto” per noi cattolici) e nello stesso periodo le Chiese ortodosse e armena celebrano la Dormizione di Maria. La popolarità di questa festa è dovuta, più che a un rinnovato fervore spirituale, alla concomitanza con il Ferragosto (le antiche Feriae Augusti), giorno di vacanza generalizzata, anzi emblema di riposo dal lavoro. Ovvio che, per noi credenti, le circostanze non ne sminuiscono la grandezza o il profondo e urgente messaggio.
La festa dell’Assunta può offrire un’interessante prospettiva in un periodo che vede il Parlamento italiano, nelle sue apposite commissioni, lavorare attorno alla legge delicatissima e complessa (come tutte le leggi che trattano temi etici) sul “fine vita”. Vista la peculiarità di una parte degli Ospiti della nostra Casa, certamente avremo modo più avanti di approfondire sotto diversi aspetti la spinosa tematica, ma va subito evidenziato che tra le cose, che la legge dovrebbe avere come caposaldo, c’è l’offrire sempre speranza, anche al malato più grave. Come ben ricorda Claudia Navarini, ordinaria di Filosofia morale all’Università Europea di Roma: «La speranza è uno dei tratti di cui i malati sentono maggiormente il bisogno. Non è tanto la malattia a togliere interesse per la vita, ma la mancanza di speranza, che si correla infatti con la tendenza suicidaria». Se, come insegnava Ippocrate, compito del medico è «guarire, curare e consolare», nella società secolarizzata è sempre più necessario ascoltare e dare speranza. Il celebrare, allora, l’Assunzione di Maria al cielo in spirito e carne indica la direzione verso cui guardare: «Maria che varca il cielo (anima e corpo) ci ricorda che quello è il nostro destino… Maria è per ciascuno di noi “segno sicuro di speranza”, guardando a Lei capiamo un po’ che fine faremo noi» (don Luigi Maria Epicoco).
Il Vangelo che accompagna la festa dell’Assunta racconta l’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta, messaggio di gioia e speranza. «Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo» (Lc 1,41) dice Elisabetta a Maria. Già dal grembo materno Gesù porta gioia ed è questo a cui è chiamato il cristiano: portare gioia, non solo quella semplice dei sorrisi, ma la gioia di sapere che sei amato da quel Dio che, bimbo, sussultava nel grembo della madre; la gioia di chi riesce a vedere che Dio rovescia i potenti e innalza gli umili, come dice la preghiera del Magnificat, cantata da Maria proprio in quell’incontro di grazia. La festa dell’Assunta accende allora una luce di speranza che riguarda certamente il “dopo”, ma già illumina il “qui e ora”, indicando un percorso, uno stile differente, da discepoli, da tenere durante questa esistenza, come via che esprime una vita “nuova” e apre a quella eternamente beata, della quale l’assunzione è segno.
Buona festa dell’Assunta e buone ferie, con sguardo di speranza e solidale vicinanza.




